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Esistono ancora le lotte operaie. Ce lo mostrano gli Stati Uniti.

Dopo decenni di concessioni e sconfitte che hanno caratterizzato la situazione dei lavoratori dell'industria automobilistica, si è finalmente assistito a una svolta. Il sindacato United Automobile Workers, guidato da lavoratori determinati, ha lanciato uno sciopero significativo contro i colossi Ford, General Motors e Stellantis. Questo sciopero ha durato quarantuno giorni e ha rappresentato un momento di rottura con un passato di arretramenti che risaliva al 1979.



Con l'elezione di Shawn Fain come presidente, il sindacato UAW ha adottato un approccio più combattivo e coordinato. Fain, salito alla guida dopo una dura lotta interna, ha guidato il sindacato verso una serie di azioni più aggressive, volendo rompere con la pratica precedente di negoziati frammentati. La sua leadership ha infuso una nuova energia tra i membri del sindacato, spingendoli a richiedere condizioni migliori e più giuste.

L'efficacia di questa strategia si è vista nei risultati ottenuti dallo sciopero. Il sindacato ha strappato un aumento salariale del 25% su quattro anni, l'integrazione completa dei lavoratori temporanei nei ranghi permanenti, e l'eliminazione del sistema di retribuzione a due livelli. Inoltre, è stato ripristinato l'aggiustamento automatico delle retribuzioni basato sul costo della vita, un beneficio che era stato abolito nel 2008.

Questi cambiamenti hanno avuto un impatto profondo sul cosiddetto sistema 'second tier', che aveva creato una netta distinzione tra i lavoratori di vecchia data e quelli più recenti, offrendo a questi ultimi condizioni salariali e benefici significativamente inferiori. L'abolizione di questo sistema ha rappresentato una vittoria cruciale per il principio di equità all'interno del posto di lavoro.

Un altro risultato significativo dello sciopero è stato il rinnovamento del controllo operaio, particolarmente evidente con la decisione di convertire la fabbrica di Belvidere, destinata inizialmente alla chiusura, in un impianto per la produzione di batterie elettriche. Questa mossa non solo ha garantito la continuità lavorativa per molti impiegati, ma ha anche segnato un passo importante verso l'innovazione e la sostenibilità nell'industria automobilistica.

La strategia adottata dal sindacato, quella di colpire simultaneamente tutti e tre i giganti dell'automobile, pur essendo rischiosa, si è rivelata essenziale. Questa tattica ha permesso di aumentare il potere contrattuale del sindacato, rompendo il ciclo di regressioni sociali che si era consolidato negli anni.

Questo successo non solo ha migliorato le condizioni salariali e lavorative dei membri del sindacato, ma ha anche inviato un segnale forte a tutto il movimento sindacale americano. Potrebbe infatti rappresentare un punto di svolta, reintroducendo un modello di sindacalismo più offensivo e unitario.

Ora che hanno ottenuto una vittoria così significativa, la sfida per i lavoratori e per il sindacato sarà quella di mantenere e costruire su questo livello di militanza e unità. La vittoria ottenuta è solo l'inizio, e sarà fondamentale continuare a lavorare con lo stesso spirito per affrontare le future sfide sia nell'industria automobilistica che nel contesto lavorativo più ampio degli Stati Uniti.

Guardando oltreoceano dall'Europa, e in particolare dall'Italia, il successo dei lavoratori automobilistici americani assume un significato particolare. L'industria automobilistica italiana, un tempo fiorente e simbolo di innovazione e design, ha subito negli anni un declino significativo, con la chiusura di stabilimenti e la perdita di posti di lavoro. Il modello sindacale americano, quindi, offre una prospettiva di ciò che potrebbe essere possibile anche in Europa se i lavoratori fossero capaci di unirsi con la stessa determinazione.

In Italia, dove le dinamiche industriali e lavorative hanno spesso visto un erosione dei diritti e delle sicurezze lavorative, la storia di rinascita e successo del sindacato UAW fornisce non solo speranza, ma anche un esempio concreto di come la solidarietà e la lotta organizzata possano effettivamente ribaltare tendenze apparentemente inarrestabili. La sfida per i sindacati europei, e in particolare italiani, è ora quella di adattare e applicare le lezioni apprese dall'esempio americano alle specificità del contesto europeo e italiano, rilanciando così il ruolo del sindacato come difensore efficace dei diritti dei lavoratori.

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